Un post di Sondra Ferri Marini su LinkedIn di sabato scorso fa emergere impietosamente la…
Banchieri idioti ne abbiamo?
Questa torre, la più alta del Marocco, sorge vicino a Rabat, ed è intitolata a Mohamed VI; come si può notare è stata costruita in mezzo al nulla, ha cambiato la skyline in peggio e non è divenuta, come in piazza Gae Aulenti a Milano, un simbolo della città. Si direbbe quella che una volta chiamavamo le cattedrali nel deserto.
E così come per la Torre di Unicredit, che a quanto pare, eccessivamente ampia per le necessità aziendali, è stata affittata per un terzo delle sue dimensioni, anche questa, pure essa costruita da un banchiere, ospita in realtà uffici di altre imprese e vari altri spazi non commerciali.
Appena l’ho vista ho capito quale sarebbe stato il tema di questa newsletter, dopo essermi debitamente informato su natura, causa ed origini. E così diventano tre gli assunti della scienza economica che sono veri, dimostrati e incontrovertibili: quando i prezzi dei titoli obbligazionari salgono i tassi scendono e viceversa; a rendimenti elevati corrispondono rischi altrettanto elevati e viceversa; le sedi aziendali sono il mausoleo dell’imbecillità degli amministratori delegati (Zingales-Rajan).
Evidentemente la foto risponde da sola all’ultimo assunto: e per chi avesse tempo e voglia di andare a New York, si guardasse la sede di Deutsche Bank, dove probabilmente giocano a nasconderello o a pum! Morto!
Si vede che doveva andare così, anche in Italia; un’idea, neppure troppo celata, di una banca che sempre più compie scelte dove il fattore umano, quello di Graham Greene, conta sempre di meno. Una volta incitavo gli studenti ad andare a lavorare in banca, ora non lo faccio più, ho paura della carne da macello che ne farebbero. Qualcuno, molti, è in un momento di passaggio e io sono nella posizione peggiore per dare consigli non richiesti. Si fa fatica a pensare alla pensione (e perdonate se non c’è una canzone in fondo alla newsletter).
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