A nessuno che abbia un po’ di memoria storica e/o abbia studiato un poco la…
Costruita intorno a te.
Quanto dovrebbero pesare le scelte di un governo in un settore, quello bancario, dove a parte golden share agitate come bandiere allo stadio, conta una regolamentazione europea che dovrebbe mettere tutti sullo stesso piano e che contempla il principio della libertà di insediamento e quello del mutuo riconoscimento?
Poco o nulla, soprattutto se la banca centrale, come nel nostro caso e in quello della BCE è indipendente dal potere politico ed è lei a doversi occupare degli assetti del sistema bancario e creditizio. Ma come faceva notare Il Fatto Quotidiano di sabato 8 febbraio scorso, non è proprio così se il “nudo proprietario” di uno dei partiti di governo è la famiglia B., che vedi caso è anche azionista di Mediobanca e, soprattutto azionista e primo partner di Banca Mediolanum. Doris jr. non è esattamente libero nelle sue scelte (Forza Italia è posseduta da Berlusconi e non si va contro un governo “amico”) anche se, a detta di molti, l’unione di Mediobanca e di Mediolanum creerebbe un competitor di tutto rispetto nel panorama creditizio italiano. Ma proprio questa ipotesi non sembra in discussione. Così Doris si è disinteressato del patto di consultazione del quale fa parte dentro Mediobanca e aspetta, verosimilmente, istruzioni da Giorgetti.
Alcune considerazioni, en passant, durature come le scritte estive dei bambini della sabbia: non ci sarebbe bisogno di altro Stato nelle banche, Cassa Depositi e Prestiti è persino più potente di Intesa; anche con l’appoggio governativo (sull’operato di questo Governo negli ultimi tempi stendiamo un pietoso velo) l’operazione che MPS prospetta di OPS nei confronti di Mediobanca non sta in piedi, non solo da un punto finanziario -come ha ben evidenziato la Borsa Italiana- ma soprattutto del punto di vista industriale.
Che il Governo italiano, che dovrebbe avere altre priorità, si ostini a sostenerla, è quantomeno singolare, a meno che emergano cose che, allo stato, non possiamo sapere.
Molte leggi, dal 1936 in poi, si sono preoccupate di tenere separate le banche dalle imprese, nessuna dalla politica.
I risultati sono quelli cui stiamo assistendo e ancora non sarebbe niente.
Sperando che non siano quelli del meraviglioso spot di Fineco Banca, che mi permetto di sottoporvi (mi piace troppo, ne sono addicted: Nagel rischia di essere quello che viene cacciato dal bar perché il bar chiude…).