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Das Deutsche Risiko.

E così Deutsche Bank, il cui modesto grattacielo a NYC potete ammirare nella foto qua sopra (fonte Wikipedia: e poi dice che non aveva ragione Zingales) vuole provare a salvare Commerzbank dalle immonde mani italiane, quelle di Unicredit. La mossa di Unicredit, a dispetto del fatto che sia messa in atto da Orcel, è perfettamente in linea con quanto fatto a suo tempo dall’ex-CEO, Jean-Pierre Mustier, il quale aveva ceduto quasi tutti gli asset possibili al fine di fare cassa per una fusione con un big competitor europeo. A Mustier l’idea disse male, forse perché non la ebbero gli azionisti, che infatti lo sostituirono.

A quanto pare, nell’eterno trade-off tra efficienza e stabilità la Vigilanza europea ha scelto la stabilità, se persino la Bundesbank non è contraria, addirittura a una banca italiana. Ma il diavolo, oltre a vestire Prada, è nei dettagli. Nessuno rammenta, evidentemente Allianz fur Deutschland ha fatto sentire la sua voce, che Deutsche Bank ha dei bilanci così splatter che neppure io mi ci avventurerei senza le dovute cautele; il grattacielo che vedete qua sopra mi era parso eccessivo nel 2011, continua ad esserlo anche ora, soprattutto dopo che la stessa Unicredit ha affittato due piani della Torre del grattacielo Gae Aulenti.

Insomma, sempre meno banche con sempre meno dipendenti. Alla prima questione pensano le autorità di Vigilanza, agevolando le fusioni, alla seconda i CEO, con gli scivoli e i prepensionamenti.

In tutta questa generale sinfonia di concentrazione pare un po’ stonata la voce della politica tedesca, riportata da IlSole24Ore, secondo la quale ci si dovrebbe preoccupare delle ricadute occupazionali (15.000 licenziamenti annunciati in Volkswagen) causate dall’arrivo degli italiani, in questo ipotizzato Risiko bancario. Odio il Risiko e pure l’espressione mi è venuta a noia: ma le banche saranno sempre più un deserto spopolato dagli uomini.

Come la Kamchatka.