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I bond e il Frosinone calcio: se ci fosse stata Traspality…

I Verdi sono come i cocomeri, dentro sono rossi, quindi comunisti”, diceva una volta la vulgata popolare sul movimento green italiano, volendo con ciò banalizzare e semplificare la loro proposta politica.

La stessa banalizzazione e la stessa superficialità la ripropongono, a quanto pare, le numerose aziende che emettono bond green, che tali non sono o che non mantengono le promesse che fanno.

Su IlSole 24Ore del 9 marzo, Mara Monti si occupa della scarsa trasparenza dei bond sostenibili, lamentando che “i più virtuosi, ovvero i bond che hanno ottenuto il rating «Dark green», sono il 22%: in questo caso gli emittenti hanno fornito informazioni dettagliate sul proprio progetto insieme a un parere di terzi; dispongono di un comitato di valutazione del progetto per monitorare l’utilizzo dei proventi, oltre ad essere impegnati a rendicontare l’allocazione annuale e l’impatto che vengono verificati in modo indipendente. «Questi dati rafforzano la nostra convinzione che sia indispensabile adottare uno stile attivo per investire in modo responsabile – spiega Kristina Church, Head of Responsible Strategy, BNY Mellon Investment Management -. È  indispensabile relazionarsi con le aziende e capire quali sforzi stiano compiendo per migliorare le proprie criticità». Insight prevede per il 2023 emissioni di impact bond per 1,6 miliardi di dollari (1,5 miliardi nel 2022).

Già, il contenuto, la promessa: ovvero la performance, ma non solo. Non appena, come una qualche mozzorecchi di mia (indiretta) conoscenza afferma, un giudizio verticale, che cala dall’alto, ma qualcosa che necessita di cooperazione, di uno stile attivo, come lo definisce la Church, aggiungendo la dimensione orizzontale. Quella che ti dà il tuo posizionamento sul mercato, il giudizio dei tuoi clienti e fornitori, i tuoi clienti, la tua community.

Cosa c’entra il Frosinone Calcio? Complice una tesi di laurea di un mio valente studente lavoratore, apprendo che la squadra in questione si è finanziata a suo tempo con lo strumento del crowdfunding, emettendo strumenti finanziari ad elevato rendimento, raccogliendo, con successo, le somme necessarie per il rifacimento dello stadio, di numerosi impianti sportivi ad esso collegato ed altre utilità similari.

Eccellente idea, se non fosse che nel frattempo il Frosinone Calcio è retrocesso, i conti sono peggiorati e le promesse, come facilmente intuibile, non sono state mantenute, perché i bilanci sono in rosso.

Perché ci voleva Traspality, che sta arrivando, ma prima non c’era?

Per misurare la fattibilità e l’effettiva concretezza nella realizzazione delle promesse, per capire che, probabilmente, sarebbe bastato un ritorno affettivo di natura sportiva, che il tifoso ben capisce e riconosce, per fare un investimento che nessuno, almeno in Italia, potrebbe definire redditizio. Così, con una narrazione che poteva risultare ben diversa, si è ridotta a poco più di una proposta di investimento assai rischiosa.

Penso che i tifosi del Frosinone continueranno a sostenere la loro squadra del cuore, ma anche che lo avrebbero fatto con una consapevolezza ben diversa se fossero stati coinvolti in un modo più trasparente, spiegando i veri ritorni dell’investimento.

Oltretutto, i soldi non bastano (mai): vedi la brutta fine del PSG in Champions, nonostante i miliardi di euro spesi dalla proprietà.

Manca ancora qualcosa, ne riparliamo.