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Il foraggio emotivo

Quando ho sentito per la prima volta questa espressione una settimana fa da uno scrittore ho pensato che la fantasia non fa, probabilmente, parte dei miei carismi e che me ne sarei dovuto fare una ragione.

Poi, però, l’espressione mi piaceva, ci ho rimuginato sopra ed eccomi qua a pensare a cosa alimenta le emozioni. Farei ridere se dicessi che mi emozionano i bilanci che io definisco splatter (o forse mi divertono perché sono belli complessi, incasinati, incoerenti e illogici, sanguinosi e violenti), quelli sui quali stai un bel po’ di tempo in un’aula con fiori di analisti a discutere. Provo naturalmente anche altri tipi di emozioni ma non è questo il luogo adatto per parlarne e poi molte di esse sono note.

Ma sui bilanci…i bilanci delle imprese rispecchiano quasi sempre con fedeltà l’infedeltà e l’approssimazione con la quale sono stati scritti: sono storie ambigue, come diceva Giuliano Ferrara qualche tempo fa, le più belle da raccontare. In effetti se si va a leggere il bilancio di Alphabet (la holding che sta sopra a Google) o di Apple il foraggio emotivo alimenta una passione algida, fredda, priva del sacro fuoco del disordine creativo. Fatturati e redditi miliardari, niente debiti, apparentemente qualcosa che va avanti per inerzia, anche se non è così. I bilanci delle grandi imprese e delle multinazionali hanno certamente qualcosa da insegnarci: che essere un unicorno indubbiamente aiuta molto, che size does matter, che il digitale è la via del futuro (anche se la più grande impresa al mondo è la cara vecchia Exxon, compagnia petrolifera multinazionale.

Il foraggio emotivo delle Pmi nasce da chi quelle imprese le guida e le conduce, cercando di mettere insieme il pranzo con la cena o scambiando colpi di testa per investimenti. Nasce da quelli che prima prelevano più di quello che potrebbero dalle riserve di utili e poi fanno un bel finanziamento soci. Nasce dal conteggio delle rimanenze fatto a febbraio, due mesi dopo la data dovuta, un tanto al tocco. Ma, soprattutto, il foraggio emotivo nasce quando riesci a lavorare con questa gente su un piano di comprensione delle difficoltà aziendali, facendo capire loro che tenere bene la contabilità, adottare gli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili serve prima di tutto a loro per gestire bene e non solo per anticipare la crisi.

È la sfida dei prossimi anni: ed è una sfida epocale.

Tu chiamale, se vuoi, emozioni.