Un post di Sondra Ferri Marini su LinkedIn di sabato scorso fa emergere impietosamente la…
L’algoritmo
L’intelligenza artificiale, ancora lei: un bell’algoritmo ha plasmato la formazione e deciso gli acquisti della seconda squadra di Milano, squadra che ha conteso (conteso? sei derby di fila persi significa contendere?) all’Inter la conquista del ventesimo scudetto e della seconda stella. Detto che il mercato dei derby al momento, secondo la migliore dottrina dei mercati finanziari, non pare contendibile, qualche riflessione sull’algoritmo andrebbe fatta. Come è noto, un algoritmo, non meglio identificato, avrebbe deciso la campagna acquisti del Milan e quindi degli uomini a disposizione di Padre Pioli: visto il piazzamento, i risultati, la qualità del gioco espresso, a prescindere dalle diversa famiglia calcistica di appartenenza di chi scrive, qualche domanda sarebbe da porre. Il management sceglie le persone, il CEO decide l’uso delle risorse finanziarie (leggi: uomini da mettere a disposizione dell’allenatore) che qualcun altro gli ha messo a disposizione. Ora, posto che non si potrà fare mercato in autogestione tutta la vita (in tecnica bancaria si direbbe “pensando che il free cash flow sia sufficiente per coprire tutti i fabbisogni finanziari”), è difficile non riflettere circa l’efficacia dell’algoritmo e della AI quando persino il Santo Padre parteciperà a una sessione speciale del G7 dedicata al tema. La domanda è sostanzialmente sempre quella: usare o essere usati dalla AI, rinunciare alle idee e al metterle alla prova oppure continuare a pensare, anzi, farlo di più e meglio, proprio grazie alla AI. L’impressione è che ci sia una sorta di ossessione per la “riduzione dei costi operativi”, fine a sé stessa, come se il business model andasse bene a prescindere, come se ci fosse una sorta di pigrizia nel ripensare a quello che si fa, per chi, in che modo.
Ecco, questo è il modo migliore per farsi usare dall’AI e perderne di vista il suo essere uno strumento, da utilizzare con tanta più intelligenza quanto più ad essa affidi compiti importanti nella gestione. Quel signore dalle orecchie a sventola che apre la newsletter è arrivato a “parametro zero”, così come molti altri, il che vuol dire che non è stato sostanzialmente pagato: nessuno lo metteva sotto contratto, evidentemente il giudizio sulla qualità del gioco espresso (sull’efficienza? vogliamo metterla su quel piano?) era negativo o non pienamente positivo. Chi l’ha scelto non ha usato l’algoritmo, ha usato il cuore ed il cervello: e un management che sa quello che fa.
Consiglio di ascoltare dal minuto 13 e 48’’