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Voglio trovare un senso a questa condizione, anche se questa condizione un senso non ce l’ha

Ci sono aspetti fortunati del mio lavoro, che potrebbero essere banalizzati in “vedo gente, faccio cose”, alla Nanni Moretti ma che preferisco sintetizzare nella foto che per qualche giorno ha accompagnato il mio andare a lavorare. Io lo chiamo turismo finanziario, ma è viaggiare, vedere posti che non ti aspetti (o rivederne altri che ben conosci o che non vedi da troppo tempo) e soprattutto è conoscere persone, volti, esperienze, problemi, storie. Di aziende e di persone che devono stare loro dietro, cercando di aiutarle. Io aiuto quelle persone o, perlomeno ci provo. Ormai, in università e fuori, è il senso di quello che faccio: aiutare le persone ad avere un criterio ed un giudizio, a lavorare meglio (e anche a lavorare meno). E potrei giurare che poche persone quando vanno a lavorare vedono la bellezza stupefacente di Urbino.

Quello che vedo sempre meno, e che mi preoccupa, è, nel volto delle persone che mi ascoltano, un senso per quello che fanno. Il lavoro è rimasto qualcosa di certamente necessario per sopravvivere, forse solo quello, ma quando guardo gli occhi delle persone è come se dietro un’apparenza di “sapere” quello che si sta facendo ci sia, appunto una mancanza di senso. D’altra parte, se anche chi è sopra di te nella scala gerarchica non commette “crimini di guerra” o dice di non averli commessi ma risponderà, sempre, che l’ha fatto perché gli è stato ordinato e bisognava fare così (chiedere alla direzione commerciale e ai target da essa definiti), allora nelle istruttorie fido continueremo a trovare scritte o sottintese le stesse cose, ovvero che “a questo bisogno darglieli”, istruttorie modificate per renderle bancabili, documenti che, firmati da qualcuno dopo il 30 giugno 2022 (la seconda delle tre scadenze dei LOM-EBA, l’ultima essendo quella del 30.6.2024) espongono coloro che li hanno firmati a conseguenze disciplinari e sanzionatorie: che ancora non sappiamo declinare nella pratica ma che ci saranno. A tacere del fatto che qualcuno commette errori marchiani nell’intento di attribuire capacità restitutiva a chi non ce l’ha o non l’ha mai avuta: ma ne parleremo nella prossima newsletter.

Quel che probabilmente è peggio consiste nella medesima assenza di senso nei comportamenti e nelle attitudini di chi le banche le guida, dei consiglieri di amministrazione, dei dirigenti, dei responsabili dell’area credito: se l’unico senso è che la banca deve fare soldi, non importa come, non serve avere un senso.

E infatti la digitalizzazione, che ti si mangia, perché avanzando rende inutile il giudizio di chi, il giudizio, non ha mai saputo bene esprimerlo, viene usata come una clava, talvolta perché ce n’è troppo poca, talaltra perché non funziona o è fatta male, ma sempre comunque lamentandosi. Non vogliamo esercitare il discernimento, che pure ci è stato donato, no, vogliamo solo fare meno fatica.

E infatti una delle cose più faticose previste dai LOM-EBA, ovvero, la diffusione dall’alto di una forte cultura del rischio di credito, non è, a mia notizia, mai avvenuta.

Sulle spiagge della Normandia o a Stalingrado sapevano per cosa combattevano, in molte banche si entra perché è sempre troppo presto per andare in pensione.