E così accade che mi chiami un amico, che lavora in una banca di prossimità,…
Ovunque proteggi.
E così, in quel grande gioco di potere che è l’assetto delle principali banche italiane, Mediobanca si muove, con una mossa che, se non è detto che possa essere definita difensiva rispetto all’OPS di MontePaschi, sicuramente spariglia le carte non solo nel sistema finanziario e creditizio italiano ma, soprattutto, nella cosiddetta “divisione del lavoro” (Carlo Marx, quanto ci servi ancora!) del mercato bancario.
Dal secondo dopoguerra in avanti una delle poche cose sicure del capitalismo italiano è stata la certezza del controllo di Mediobanca su Generali; certezza graniticamente rafforzata da successivi aumenti di capitale che hanno sempre mantenuto intatta la percentuale di partecipazione che garantiva la maggioranza relativa dei voti in assemblea. Come ci ricorda IlSole24Ore di martedì 29 aprile, questa certezza granitica si sfalda come neve al sole proprio per la mossa di Mediobanca, che lancia una OPS su Banca Generali, con l’obiettivo dichiarato di rappresentare l’eccellenza italiana del wealth management, ovvero di tutta quella attività bancaria e non che ha come target la clientela più ricca e patrimonializzata.
Mediobanca da tempo non è più la regina delle banche d’affari in Italia e, d’altra parte, sono mutati nel tempo i suoi azionisti, che forse di Cuccia si ricordano perché gli hanno intitolato la Piazzetta dove ha sede la Banca, non certo per aver operato con lui; gli eredi Del Vecchio e Caltagirone, giusto per non fare nomi, non hanno in mente il modello di capitalismo -e di banca- che aveva in mente Enrico Cuccia, discutibile quanto si vuole ma chiaro, ovvero che il centro del potere del capitalismo italiano è Mediobanca.
Quale sarà la configurazione del sistema finanziario e creditizio italiano lo sapremo alla fine delle assemblee e delle scadenze delle varie OPS messe in campo dai protagonisti: certo, l’idea che MPS possa essere, con Mediobanca, il terzo polo del sistema bancario italiano non sembra certamente una delle migliori opzioni, per ragioni già spiegate in altre occasioni proprio in questa newsletter.
Quello che piuttosto appare chiaro, e che a questo punto non dovrebbe stupire più di tanto, è che Mediobanca, come molti altri protagonisti del sistema creditizio italiano, ha cambiato e sta cambiando business model.
Non sappiamo cosa avrebbe potuto pensare Enrico Cuccia di tutto questo: ma dal Paradiso dei banchieri possiamo ben chiedergli, con laica preghiera e avendo a cuore non le banche o i banchieri ma quello che possono fare per il bene di un Paese e per la sua economia, “ovunque proteggi”.