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Asset quality review

La tempestività e la terzietà non sempre accompagnano l’applicazione delle buone prassi da parte di chi decide in banca riguardo alla qualità del credito. Avviene così che si fatichi ad assumere scelte risolutive e che il portafoglio prestiti si caratterizzi per molte posizioni che impropriamente rimangono in un limbo, gestionale e regolamentare, che ritarda le delibere e attenua l’efficacia dei processi di tutela delle ragioni creditorie. La nostra esperienza ci mette in grado non solo di collaborare alla redazione del regolamento del credito in bonis, ma anche di pervenire a un’idonea selezione delle posizioni considerate borderline nell’ottica dell’applicazione del principio dell’expected loss in luogo dell’ormai desueta e tardiva visione propria dell’incurred loss. Al contempo riteniamo che vi siano spazi normativi e regolamentari, in materia di credito deteriorato ma non solo, che consentono interventi preventivi adeguati sia da parte degli istituti di credito sia da parte delle imprese e dei consulenti che le assistono.
La crisi d’impresa, in effetti, ci ha visto spesso protagonisti al fianco delle banche, sia nella valutazione della qualità del portafoglio prestiti sia presso l’impresa, costruendo e rinsaldando i necessari ponti della partnership all’interno della relazione di clientela.

Le fasi del processo di asset quality review:

  • scelta del campione delle posizioni da esaminare: analisi dei grandi rischi, del rischio di concentrazione e del rischio settoriale
  • valutazione e misurazione del rischio di credito in relazione ai dati dell’analisi fondamentale e ai principali indicatori della capacità di reddito e di rimborso
  • misurazione della sostenibilità del debito
  • enucleazione delle posizioni significative in termini di rischio assunto
  • formulazione della proposta (write off, sostegno finanziario, adesione condizionata a piani di risanamento, ecc…)