Devono averlo messo nei programmi delle Scuole di Management e a me è sfuggito, forse…
Ad agosto non succede mai niente…
Ad agosto Enrico Cuccia pianificava le operazioni che lo hanno reso famoso come banchiere, probabilmente il più grande dello scorso secolo. Agosto è mese di libri gialli sotto l’ombrellone, di gite in montagna, di viaggi, di turismo accademico (dell’ottimo Luigi Zingales al Convegno della Swedish House of Finance, di cui parleremo nella prossima newsletter); gli studi professionali chiudono i battenti, in banca non c’è il Direttore (di filiale o generale non importa), anche l’ufficio fidi va in vacanza. Comprese le due settimane a cavallo dell’anno, quelle a cavallo di Ferragosto sommano il totale di un mese di ferie di fatto, in cui chi rimane gestisce gli affari correnti.
Ma gli imprenditori, quelli veri, che non stanno mai fermi, quelli ad agosto in ferie non ci vanno, se poi sono imprenditori del turismo…accade così che seguo le vicende, quasi parallele, di due acquisizioni, praticamente analoghe, fatte da due imprenditori, che non si conoscono, che agiscono indipendentemente l’uno dall’altro, ma che vogliono fare due acquisizioni nel settore alberghiero. Sono liquidi, hanno aziende solide, un pedigree impeccabile: hanno già preparato il Business Plan, si stanno facendo assistere da esperti del settore.
Le due operazioni sono quasi analoghe anche per ammontare e, per ragioni che non sto a spiegare, si rivolgono allo stesso banchiere (?), nella fattispecie il DG di una banca locale del Nordest, che a uno risponde: “le operazioni di LBO garantite da immobili non si possono più fare”, mentre all’altro che: “non vediamo bene le operazioni nel settore alberghiero perché quest’anno il turismo è andato male”. Il DG, non un addetto di filiale.
Ora, è evidente che il caldo dà fastidio e che la questione delle operazioni ipotecarie va spiegata un po’ meglio (parleremo sicuramente in una prossima newsletter della direttiva europea che se ne occupa), anche se mi rendo conto che dire a un cliente “no, guarda, questa operazione ci assorbe troppo patrimonio di vigilanza, non la possiamo fare” non è il massimo da un punto di vista commerciale, nonché della reputazione.
Ma due spiegazioni così, date dalla stessa persona, si spiegano solo con il caldo o con la passione per l’alcol che caratterizza la zona di operatività della banca. Il mondo si sta facendo troppo grande per le banche locali e il pensiero con cui rapportarsi al cliente è quello di raccontargli balle? Dove è andata a finire la banca di relazione, se ancora esiste? Cosa è scritto nel business plan della banca? Da un po’ di tempo questa newsletter lo va chiedendo, ma è come vox clamans in deserto.
Ad agosto non succede mai niente, tranne che per chi ha ancora voglia di stupirsi: e, soprattutto, si domanda che ne sarà della banca di relazione? Incrociamo le dita, aspettando che passi l’anticiclone africano…
Copertina: Ph. A.B. © Stoccolma, agosto 2024.