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Il benchmark dei risultati raccolti attraverso l’analisi del mercato italiano degli hotel

Il benchmark per gli hotel che qui proponiamo, lungi dal voler essere esaustivo, rappresenta un punto di partenza interessante per comprendere meglio quali siano i punti sui quali la gestione dell’hotel può essere migliorata fino a raggiungere livelli di eccellenza grazie al confronto con i dati dei concorrenti best performer.

Un benchmark, per quanto indicativo, è utile se stimola la discussione e la riflessione all’interno del soggetto imprenditoriale, ricercando combinazioni di costi-ricavi più utili al fine di offrire un servizio migliore e più remunerativo.

Le cronache di questi giorni portano alla ribalta la rinascita del Nord-Est italiano grazie alla filiera agro-alimentare, proprio uno dei settori che tradizionalmente connotano il nostro sistema economico insieme al turismo.

Per poter migliorare e muovere la classifica, il gestore o titolare di un hotel deve necessario guardarsi intorno e leggere i dati che i best performer offrono all’analisi e all’approfondimento. Si tratta in sostanza di costruire un cluster di imprese adeguato per dimensione e localizzazione, al fine di rendere comparabili le analisi e i relativi giudizi.

Il benchmark: i principali risultati raccolti a livello nazionale


I dati raccolti da R&A Consulting nel corso della sua pluriennale attività a livello nazionale (vedi nota a fondo articolo) offrono alcune indicazioni sulle quali vale la pena riflettere, come l’andamento del settore turistico della Riviera Romagnola, per meglio comprendere quale sia lo stato dell’arte della gestione del proprio hotel e come questo possa migliorare in relazione ai concorrenti.

Tra le prime annotazioni si evidenzia anzitutto come il settore alberghiero italiano abbia una redditività più elevata rispetto a quello romagnolo, unitamente a una maggiore intensità di capitale investito. Il risultato operativo in rapporto al fatturato è pari al 12,59%, ovvero quasi 4 volte quello evidenziato dagli hotel della Riviera. In altre parole, a parità di ricavi, il risultato della gestione caratteristica premia maggiormente gli hotel a livello nazionale rispetto a quelli romagnoli.

Allo stesso modo, in coerenza con il dato della redditività operativa, l’indicatore offerto dal rapporto tra oneri finanziari e risultato della gestione tipica mostra una solidità a livello nazionale praticamente doppia (33,5% contro 66,2%), con un equilibrio economico/capacità di reddito più robusto a livello storico e in prospettiva.

Si tratta di una dato da non sottovalutare, perché la fragilità economica dell’hotel da un lato lo espone maggiormente al rischio d’impresa, dall’altro rende necessari gli investimenti atti a consolidare la competitività.

I dati relativi al ROI

Tali conclusioni sono avvalorate anche dal ROI, ovvero dal ritorno sull’investimento, che vede gli hotel della nostra Riviera allineati a quelli italiani (7,07% per i primi contro il 7,30% dei secondi), ma con un livello di indebitamento in rapporto al fatturato (128% contro 216%) che mette in luce un quantitativo maggiore di investimenti sul piano nazionale, con ritorni di Ebitda decisamente superiori.

Se in Italia il quoziente di indebitamento è pari a circa 7, contro lo 0,5 romagnolo, l’Ebitda consente di rientrare dall’investimento quasi 9 volte più velocemente a livello nazionale rispetto alla Riviera, con un rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda che è pari rispettivamente a 0,51 e 4,43.

Poiché la differenza tra Ebit (utilizzato per calcolare il ROI) ed Ebitda, indicato come flusso di cassa grezzo, è dato proprio dagli ammortamenti, notiamo infine il più elevato tasso di investimento (o ammontare di capex) a livello Italia rispetto alla Riviera: rispettivamente 25,5% e 12,05%.

Meno debiti, ma anche meno investimenti
In definitiva, se pure si può affermare che gli hotel della Riviera Romagnola appaiono meno indebitati, tuttavia non è difficile leggere il dato in funzione dei minori investimenti effettuati, che peraltro non consentono di ottenere un ritorno positivo sul capitale proprio (il ROE è pari al -0,85% contro il +12,57%).

Coerentemente con quanto evidenziato rispetto all’effettuazione degli investimenti, il tasso di sviluppo del fatturato degli hotel considerati a livello nazionale è pari all’8,85%, contro il 5,24% della Riviera.

Gli investimenti pertanto sono il fattore chiave di differenza nella competitività e nella stessa redditività del capitale, anche in chiave prospettica, per la gestione dell’hotel.

I dati, pur sommari, sono frutto dell’elaborazione di un database costruito su base nazionale e utilizzato da R&A per le analisi di benchmarking svolte per conto della clientela. La sintesi con la quale sono utilizzati nell’ambito del presente articolo, nonché la genericità in relazione al dato dimensionale per ovvie ragioni di riservatezza, non ne inficia pertanto la validità e l’attendibilità in termini di best practice.