skip to Main Content

Com’è che non riesci più a volare?

Ascoltando le numerose stupidaggini sul tema dell’auto elettrica e sulla sua realizzabilità, qualche mattina fa mi sono imbattuto, in una pigra e tarda colazione di inizio estate, in una discussione su SKYTG24 riguardante proprio il tema in questione. A titolo meramente esemplificativo e non esaustivo, come si dice nei libri, è emerso che esiste un’azienda svedese, la Northvolt, che produce batterie completamente riciclabili e che, pertanto, non necessitano di stoccaggio, non comportano problemi per l’ambiente etc. La Northvolt ha già stretto accordi con Volvo e con Volkswagen.

Piccola riflessione, anzi, poiché sono più di una, piccole riflessioni. Intanto per ora Northvolt non è quotata, perché sebbene posseduta da Goldman Sachs, ha fatto sempre e solo ricorso al private equity, raccogliendo in totale 6,5 mld di dollari (le notizie sulle azioni di Northvolt sono qua https://sustainfi.com/investing/northvolt-stock-ipo/), con stime circa il valore dell’azienda comprese tra i 20 e i 30 mld di dollari.

Per non trasformare questa newsletter in una lettera al risparmiatore, tornando sul terreno consueto, mi vengono in mente alcune piccole cose.

Intanto che il mondo è pieno di liquidità che viene investita nelle maniere più svariate, ma anche più interessanti, da soggetti che studiano tutto ciò che di potenziale può esserci in un’impresa: chiamiamolo forward looking se non vi fa venire l’orticaria.

In secondo luogo che non è vero che le banche non finanziano le idee, perlomeno non tutte: e confermando ciò che abbiamo già constatato più volte, vi sono imprese che finanziano direttamente nuove iniziative, così come vi sono privati che con le piattaforme di equity crowdfunding finanziano piccole imprese, che anche in questo modo disintermediano le banche.

Da ultimo, e forse è questo che ci dovrebbe un po’ allarmare, tendiamo troppo spesso a pensare al mondo as is, così com’è, senza pensare che potrebbe cambiare. Che noi potremmo cambiare, che potrebbe cambiare il nostro sguardo sulla realtà, che si muove molto più velocemente di noi. Nel prossimo decennio i boomers vanno tutti in pensione, anno più, anno meno. Ergo, a parte qualche irriducibile, le banche si troveranno di fronte clienti che non sono più quelli standard con cui da decenni lavorano, saranno i millennials o le altre generazioni. Che pensano in un altro modo tutto e che quando vedono una cosa as is pensano a cambiarla.

Pensare guardando il mondo così com’è, è pensare che l’auto elettrica non si farà perché le batterie costano troppo, le fanno solo i cinesi (p.s.: non è vero. Le fanno anche in Corea del Sud e in Giappone, a tacere di Taiwan…).

Insomma, guardare avanti (forse) non ci appartiene.

Guardare e pensare avanti vuol dire uscire dalla comfort zone nella quale ci troviamo.

Forse per questo non riusciamo più a volare.