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Noi no, noi no noi, noi no. Noi.

Rammentando, così en passant, che “colui che fece per viltade il gran rifiuto” non fu Celestino V ma questo signore dipinto qua sopra, non si può non pensare alla totale chiusura con la quale tutte le banche, forse con la sola eccezione di Intesa, hanno accolto l’invito, contenuti negli EBA-LOM, a fare propria una forte cultura del rischio di credito (e sono parole di EBA), trasmettendola a tutta la filiera coinvolta nella gestione del rischio di credito e preoccupandosi che la guardia sia tenuta alta.

Ma poi la viltà è un sentimento, non nobilissimo, non commendevole, ma è pur sempre qualcosa di più dell’ignavia, quel modo di fare per cui nemmeno vedi o fai finta di non vedere quel che dovresti fare: meglio non sapere.

Con l’aiuto di un giovane laureando stiamo intervistando le imprese riguardo a quello che dovrebbero sapere circa gli EBA-LOM e pubblicheremo, spero presto, i risultati. Temo di conoscerli già: nessuno ne sa nulla perché nessuno gli ha detto nulla. Di rimarchevole interesse l’iniziativa di un grosso studio professionale che, qua a Rimini, si preoccuperà che gli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili siano diffusi e “installati” presso tutti i loro clienti. Ma a parte le iniziative di Intesa, peraltro già assunte in tempi non sospetti, ovvero molto tempo prima che venissero approvati gli Orientamenti sui prestiti e il monitoraggio, (ti aiuto a fare il business plan e ti applico condizioni migliori se lo condividiamo), non si colgono segnali di una qualche operosità, attività, iniziative al riguardo: insomma, elettroencefalogramma piatto. Mi pare di poter affermare che sul punto nessuno si sia preoccupato (i Consigli di Amministrazione delle banche si sono mai preoccupati realmente di qualcosa?), probabilmente pensando che ci penserà la struttura e/o la direzione e/o, per chi ce l’ha, la Capogruppo.

Eppure tutto questo ha a che fare con il RAF (Risk Appetite Framework) con il quale dovrebbero risultare ex-ante, ma anche ex-post, le politiche sul credito fatte proprie dalla banca, come recita il documento degli Orientamenti, cui forse ha reso un pessimo servizio la traduzione italiana (con tutti quei “dovrebbero” qualche genio della compliance ha pensato: non sono obbligatori!).

Nel mentre che sulla si agita sotto questa calma, che non è solo apparente, impazzano le vecchie formule, mai tramontate: cliente storico, buon nominativo, socio e figlio di soci, regolare nei versamenti. Con la chiusa, davvero fulminea nella sua idiozia: “PFN/Ebitda pari 16? Ok diamoglieli.”

Noi no.