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Noi siamo piccoli, ma cresceremo

“Se le grandi banche, dunque, ancora si studiano a distanza, a muoversi sono invece le piccole banche (…). Gli occhi degli operatori sono puntati su alcuni casi in particolare. A partire da Banca Popolare di Valconca, da tempo nel mirino di Bankitalia. Dopo il no dell’assemblea all’acquisizione di BluBanca, oggi i commissari supportati da Prometeia devono trovare un acquirente. Il tempo stringe. Entro metà febbraio sono attese le offerte non vincolanti, dopo che ad oggi sono arrivate nove manifestazioni di interesse. Tra queste, a quanto risulta a Il Sole 24Ore, ci sono Banca Popolare Puglia e Basilicata, Banco Desio, Sella, Cherry Bank, Tyche, un paio di fondi esteri e una Bcc. Da capire se Banca Popolare del Lazio (BluBanca) può essere ancora della partita. Dopo la due diligence, entro marzo sono attese le offerte vincolanti.”

Così esordisce sul Sole 24Ore on line Luca Davi, in un articolo del 5 febbraio u.s.

Che su Popolare Valconca, la cui assemblea dei soci ha così improvvisamente respinto, nell’ultimo scorcio del 2022, la proposta di fusione (per incorporazione) in BluBanca, vi possano essere delle mire da parte di più di una banca è possibile; che queste mire abbiano cominciato a manifestarsi quando nel frattempo Bankitalia aveva mandato i commissari, a causa dell’emorragia dei depositi sostanzialmente causata del voto contrario dai geni di cui alla foto in alto (chissà perché si sono sciolti ad agosto? Vacanze? Ferie incombenti? Altre ipotesi -e il titolo è quotato!- mai comunicate?).

E così si è persa un’occasione, che verosimilmente avrebbe salvato nome e presenza della banca, dal momento che Popolare del Lazio, per storia e track record, non sembrava in grado di “inventare” atri progetti per la Valconca, come invece, in anni ormai passati, qualche fantasioso consulente (?) di mia conoscenza aveva fatto (polo assicurativo, vendita di fondi, smantellamento della banca).

Il problema è che da qualunque lato guardiamo la banca, non è né troppo piccola, né troppo grande, ovvero non è né carne, né pesce, e per giunta con il personale migliore che negli anni ha trovato lidi migliori cui approdare; destinata, la Valconca, ad essere assorbita da qualcuno che a sua volta sarà assorbito da qualcun altro, che vorrà farsi trovare pronto per una nuova fusione con le dimensioni giuste per non essere assorbito. Per giunta la BPV si trova in un territorio già abbondantemente bancato, con presumibili, successive, chiusure, sovrapposizioni, intervento dell’AGCOM e quanto altro già osservato nel corso della sciagurata acquisizione Montepaschi-Antonveneta.

Per cui, sebbene che formalmente terminati ad agosto (ma ho notizia di attività anche successive) la pretesa dei piccoli azionisti di mantenere la Valconca sola, unica, pura, dura e solitaria, non era nemmeno romantica: serviva solo a rimediare a un errore irrimediabile (vedi Pop.Vicenza e Veneto Banca), ovvero pensare che le azioni sarebbero salite di valore solo perché lo diceva il CdA, senza bisogno di strategie o di piani.

Noi siamo piccoli, ma cresceremo, sì: ma senza idee si rimane al palo.

Stay tuned.