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Redditività & liquidità: la strana coppia

Articolo a cura del Prof. Alessandro Berti

Quando facevo il “bocia” del mio Maestro, il compianto prof.Giampaoli, nell’apprendere le segrete arti dell’analisi per flussi commentavamo spesso, insieme agli studenti in aula o in sede d’esame i bilanci di determinate aziende. Ricordo con chiarezza la frase da lui pronunciata e che, inevitabilmente, dirimeva o quasi, all’inizio di ogni discussione, il dibattito successivo: “azienda a buon andamento economico” vs “azienda a cattivo andamento economico.” Ma ricordo anche molto bene come la frase stessa la dessi, dentro di me, un po’ per scontata, volendo tornare subito a esplorare l’azienda sotto quel profilo così affascinante che è l’analisi per flussi.

Sono passati molti anni e molti anni passate nelle aule, nelle aziende e, soprattutto, negli uffici fidi delle banche sono serviti -oltre che a lasciare i segni del tempo, cosa di cui si farebbe volentieri a meno- anche a consolidare una convinzione: che l‘analisi della redditività è l’aspetto più importante dell’analisi aziendale e che “l’andamento economico”, riassunto negli Orientamenti EBA nell’analisi del fatturato, del ROE, del ROI e del risultato netto di gestione, oltre che dell’exit e dell’Ebitda non è solo il punto di partenza logico, ma anche l’aspetto più importante del processo valutativo.

 

L’Ebitda, appunto: inequivocabile nella sua formulazione, sia da parte dell’economia aziendale, sia da parte degli Orientamenti EBA, non può che essere composto da Ebit più ammortamenti e svalutazioni, ovvero da risultato netto, più imposte, più interessi passivi, più ammortamenti e accantonamenti (*). E se l’Ebit è la ricchezza creata, gli ammortamenti e gli accantonamenti, sebbene siano di natura non monetari, sono pur sempre costi.

Una prima conclusione: l’Ebitda è fondamentale, in tutte le analisi, interne o esterne, ma occorre comprenderne bene la composizione. Se prevalessero i costi non monetari rispetto alla creazione di nuova ricchezza, infatti, presto o tardi il bilancio aziendale dovrebbe pagare il suo tributo alla necessità di nuovi e più costosi investimenti o, in ogni caso, alla necessità di mantenere efficiente il capitale fisso. Al contrario pare maggiormente tranquillizzante, anche in prospettiva, il maggior peso assunto dall’Ebit, a significare l’importanza della capacità della gestione caratteristica o operativa, di generare ricchezza.

Una seconda e non meno importante conclusione: intorno all’Ebitda ruotano ormai da qualche anno (con gli Orientamenti EBA tali prassi è stata assunta dal regolatore) tutte le valutazioni di sostenibilità storica e prospettica dell’azienda che si esamina, sia utilizzando il rapporto Debiti finanziari (o Posizione finanziaria netta) su Ebitda, sia calcolando il DSCR.

Pertanto la liquidità, così tanto invocata, soprattutto nel periodo più grave della pandemia, non solo non si autogenera magicamente ma, soprattutto, è figlia di un processo che mira a un’efficiente e duratura produzione di ricchezza.

Riflettiamoci, e continuiamo a riflettere sui numeri della nostra azienda: per voi i nostri link a https://www.reaconsulting.com/utility/ e per verificare che i vostri conti aziendali siano EBA compliant per la vostra banca https://www.reaconsulting.com/utility/eba-compliance/ .

(*): e quindi l’incremento degli impianti per lavori interni a incremento della consistenza dell’Ebitda, così come avviene nel modello CE.BI., riga 6.44, è una vera eresìa.