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Capitani coraggiosi (?)

Da Il Sole 24Ore di sabato 9 marzo:Ebitda in progresso dell’8% all’anno.
L’Ebitda after lease di gruppo è previsto in crescita dell’8% all’anno dai 3,5 miliardi del 2023 a 4,4 miliardi nel 2026. Per Tim domestic la crescita annua dell’Ebitda after lease è attesa tra il 9% e il 10%, partendo da 1,9 miliardi ad arrivare a 2,5 miliardi. In linea con i target l’andamento previsto per l’esercizio in corso, con crescita dell’Ebitda after lease tra l’8% e il 9% a livello di gruppo e tra il 9% e il 10% a livello di attività domestiche. Tolte le spese per investimento (Capex) dall’Ebitda after lease, da 1,3 miliardi del 2023 si dovrebbe arrivare a 2,2 miliardi nel 2026. Il dato sul mercato con una perdita domestico dovrebbe quasi raddoppiare da 0,6 a 1,1 miliardi. Quest’anno l’Ebitda after lease meno il Capex è previsto in crescita del 15-17% a livello di gruppo e dell’11-12% a livello di Tim domestic.”

E così la scalata del secolo (scorso) continua a fare parlare di sé, anche se più nessuno, tantomeno Il Sole24Ore, accenna al peccato originale di TIM, ovvero l’essersi addossata la montagna di debiti fatti dallo scalatore (il “Capitano Coraggioso” Colaninno -D’Alema dixit) che la comprò senza quattrini, in una classica gigantesca operazione di LBO.

Il risultato è che se prima del 1999 TIM era una delle regine della Borsa per capitalizzazione ora è una penny stock, e i molti cambiamenti al vertice, le diverse strategia, la vendita della rete, non hanno portato benefici. Quel debito è insopportabile e lo rimarrà a lungo, a meno che non intervenga un cavaliere bianco, disposto a svenarsi per comprarla. Sì, perché la questione è sempre questa, in Italia: sei sottocapitalizzato, e se per giunta lo sei diventato non per ragioni industriali ma finanziarie, vai sott’acqua al primo stormir di fronde. Poi ci sarà la golden share, tante altre cose che ci porteranno a dire che mai TIM diverrà francese (il tanto odiato Bolloré, che giustamente cura i suoi interessi).

Resta che i capitani coraggiosi forse tanto coraggiosi non erano o, volendo usare una parafrasi, hanno fatto i miliardari con i miliardi degli altri. Chissà che rapporto c’è veramente tra PFN ed Ebitda non ajusted (va molto di moda l’aggiustamento) per poter affermare che il debito è insostenibile. Una conclusione forse si può trarre: che, perlomeno per un po’ di anni, TIM è too big to fail. Non la migliore delle fini per i capitani coraggiosi: ah già, loro se ne sono già andati via, con il portafoglio pieno. Coraggiosi sì, mica stupidi.

 

P.S.: la canzone che segue è bellissima, non se la meritano i Capitani coraggiosi, ve la meritate voi che leggete.