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Rubare alle banche e alle assicurazioni…

Deve averlo pensato anche The Donald, quando gonfiava gli attivi dei suoi bilanci per ottenere più credito dalle banche (ogni tanto penso che se vivessi negli USA smetterei di stupirmi delle banche nostrane…).

Dunque, il nostro eroe deve versare una cauzione per non andare al gabbio; ovvero, deve versare una somma che nei telefilm c’è sempre qualcuno che provvede a pagare, ma nel suo caso no.

Come dice Corriere.it di oggi «Donald Trump non riesce a trovare una compagnia assicurativa che garantisca la cauzione da 464 milioni di dollari stabilita dalla sentenza del processo a New York per gli asset gonfiati. Lo hanno comunicato i suoi avvocati – come riferisce la Cnn – ad una corte d’appello di New York, chiedendo un rinvio dei termini, che scadono a fine mese. I legali del tycoon hanno riferito di aver contattato 30 istituti assicurativi per coprire la somma. «L’importo della sentenza, compresi gli interessi, supera i 464 milioni di dollari, e pochissime società di fideiussione prenderanno in considerazione una cauzione che si avvicini a quella grandezza», hanno scritto gli avvocati di Trump. Un broker assicurativo, Gary Giuletti, che ha testimoniato a favore di Trump durante il processo civile per frode, ha firmato una dichiarazione giurata affermando che garantire una cauzione per l’intero importo «è praticamente impossibile». Secondo i legali del tycoon, i potenziali garanti della cauzione stanno cercando denaro liquido, non beni immobiliari.

Forse le assicurazioni (state attenti alle assicurazioni sul credito, lavorano sottotraccia e ti demoliscono il credito di fornitura) hanno fatto due più due dopo aver visto quello che Trump ha combinato alle banche; o forse, dopo la storia dei mutui sub-prime non si fidano più delle banche e basta.

Già, i liquidi. Le garanzie non sono capacità restitutiva, ma quando fai dei danni, servono a evitare che tu ne faccia degli altri. Quel signore nella foto, che chiamano ancora miliardario o tycoon (letteralmente: magnate) promette bagni di sangue se non sarà rieletto, rischiando nel frattempo di fare campagna elettorale da una cella, perché non ha i liquidi e nessuno glieli vuole dare; ma questa la lasciamo commentare all’ottimo Federico Rampini.

Rientrando negli economics della faccenda, lui più che mai deve aver ceduto al fascino del mattone e adesso i liquidi che gli servirebbero, non li ha: ha ceduto perché fondamentalmente è un costruttore e i soldi che ha fatto li ha rimessi nel mattone e nel fascino irresistibile di mostrare la Trump Tower dicendo a Melania: “Vedi? L’ho fatta io”.

Forse l’ha fatta grossa, un po’ troppo.

E poi, come fa un miliardario a non avere nemmeno mezzo miliardo da lasciare in cauzione. Avesse chiamato Cuccia, si sarebbe sentito dire: ”Non ci capisco niente nei tuoi conti, ti mando uno bravo”. Forse.

 

P.S.: la newsletter si prende una pausa pasquale. Auguri!