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Ci sono un francese, un italiano e un tedesco.

E tutti quanti vorrebbero fare (o non fare) qualcosa su banche altrui, di altri Paesi o del proprio. Legittimamente, passando da Via Nazionale e dalla Eurotower a Francoforte, chi più chi meno ha chiesto il permesso. L’unico che non l’ha chiesto ce l’ha già perché è qua da tempo immemorabile ed è il Crédit Agricole, che, a quanto pare, è considerata dal Capitone una banca italiana. Capiamo che non abbia approfondito gli studi della lingua di Molière (al contrario di Aznavour che in For-mi-for-mi-da-ble avrebbe voluto dirle “ti amo” in francese: ma questa è un’altra storia, ve la racconto quando torno da Londra settimana prossima) ma persino il nome ci dice che in quella banca di italiano non c’è nulla.

Eppure i rumours dicono che CA non sarebbe un nome sgradito per le nozze con BPM, non si sa bene il perché. Forse nessuno ha raccontato la storia delle due storiche Casse di Risparmio della Romagna, ovvero Forlì e Cesena, fallite miseramente e poi cedute nummo uno alla Banca Transalpina che, immediatamente, ha fatto quello che il Capitone dice di temere, ovvero si è ritirata dai territori. Non con la raccolta, certamente, ma con gli impieghi.

Se l’italiano e il francese si muovono, il tedesco sta alla finestra, ben contento che a Piazza Gae Aulenti qualcuno abbia convenuto con il saggio cinese che impegnarsi su due fronti contemporaneamente è da pazzi (salvo che nel calcio) come insegna la storia della Seconda Guerra Mondiale, con Hitler che voleva stare sia in Africa, sia in Russia, perdendo poi entrambe.

Strategie.

A noi interessano più le regole e come il politico intenda farle rispettare; nei nostri libri scriviamo spesso che l’indipendenza della Banca Centrale dipende dalla politica e dal ruolo che quest’ultima decide di assumere.

In teoria la politica dovrebbe tenere le mani alzate ed aspettare che le Autorità proposte esaminino il dossier, con il piano industriale, la fattibilità e le risorse necessarie. L’ultima volta che abbiamo salvaguardato la bandiera, o almeno, fatto finta di, è successo il disastro Monte dei Paschi. Lasciamo che il mercato faccia il suo corso: chi vuol essere comprato lieto sia, di domani non v’è certezza (oltre al fatto che i prezzi delle OPA e delle OPS sono sempre rivedibili al rialzo). L’importante è non finire come la Signora protagonista di “Ritratto di Signora” di Henry James.

 

P.S.: non avete letto “Ritratto di signora” di James? Non è così grave, ma se volete sapere come va a finire ve la andate a cercare. Buona lettura!