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Immaginare le cose, farlo collettivamente (non per generosità, ma per gratitudine)

Chiedo venia al Governatore uscente della Banca d’Italia, Ignazio Visco, se prendo a prestito le parole conclusive delle “Considerazioni finali” del 31 maggio, ma ciò che ha detto mi è parso un respiro che allargava anima e cuore di fronte alle sfide del presente, in particolare con quella sottolineatura sulla cooperazione.

“In effetti, come sappiamo da secoli, l’acquisizione di questa consapevolezza deve avvenire anche a livello collettivo. Nelle parole del nostro sommo poeta: “dice lo Filosofo che l’uomo naturalmente è compagnevole animale”, per conseguire la “vita felice … uno solo satisfare non può”. Problemi come la riduzione del debito pubblico o l’adozione di stili di vita coerenti con la difesa dell’ambiente richiedono che la società li comprenda e faccia propri, non perché “ce lo chiede l’Europa”, ma perché ci schermano dai rischi e dischiudono opportunità. È a questo che va rivolta una nuova riflessione collettiva a tutti i  livelli, per comprenderne l’importanza e decidere insieme come governarne gli effetti. Lo stesso vale per l’apertura internazionale, così importante per la nostra economia e la nostra cultura, come anche sappiamo da secoli e nonostante il ritardo con cui negli ultimi decenni ne abbiamo tratto vantaggio.

Non siamo però solo “animali sociali”. Come scrive Yuval Noah Harari, ci contraddistingue la capacità “non solo di immaginare le cose, ma di farlo collettivamente”. Questa capacità di immaginare il futuro sarà cruciale. È per questo che serve mantenere vivo il dialogo, rafforzare per quanto possibile la cooperazione in un mondo dove occorre garantire benefici economici, sanitari, di benessere, a tutti, e ridurre, non aumentare, le disparità. Spetta proprio ai più giovani, meno condizionati dal passato, immaginare quel mondo, individuarne le opportunità. Andranno ascoltati, aiutati dalle altre generazioni a formarsi, senza vincoli, per tradurre in interventi realistici gli schemi che sapranno elaborare per un mondo futuro, non più povero, ma più sicuro e più giusto.”

Mantenere vivo il dialogo, rafforzare la cooperazione: perché, come ha detto un’amica bancaria la cui sensibilità è davvero rara, non ci siamo fatti da soli e non decidiamo tutto noi (ed è per questo che siamo grati, nonostante tutto). Lavorare insieme è il primo passo per rendersi conto che non bastiamo a noi stessi.