skip to Main Content

Quella macchina là devi metterla qua.

Facile fare il Governatore della BCE? O no? Christine Lagarde, che un noto cerusico, attivo da queste parti quale chirurgo, uomo politico, economista (e molte altre qualità che colpevolmente dimentico) aveva a suo tempo accusato di insider trading (sic), si è trovata, per la prima volta dopo venti anni, ad affrontare il tema dell’inflazione e ha risposto, a mio parere da manuale, alzando i tassi di interesse. Ora del mio parere importa poco, io che illustrando i limiti della politica monetaria spiegavo (avo: ora non più) che i tassi “non possono andare sottozero” e giù Mario Draghi, per fortuna, a smentirmi. Ricordate chi si lamentava dei tassi troppo bassi? Non certamente i consumatori, non certamente chi con il mutuo doveva faticosamente provare a comprare casa, a mettere su famiglia, a cominciare un progetto di vita; no, si lamentavano le banche. E se qualcuno mi ricorda che i tassi di interesse sono i prezzi delle banche, io gli/le/loro ricordo che le banche non hanno mai fatto profitti così alti come in tempi di tassi bassi e fissi, i tassi Conad, per capirci, di cui abbiamo già parlato. E dobbiamo ancora vedere i bilanci 2023.

Per chi avesse memoria corta, o per chi non la può avere perché nato dopo quegli anni, rimando alle serie storiche sul tasso di inflazione e sul tasso di sconto di Bankitalia, tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 nel nostro Paese, con rialzi talmente repentini da far impallidire quelli che abbiamo visto decidere dalla BCE e dalla signora in foto. Tassi da far schizzare quello sui BOT a un anno al 26%. Rialzi che non hanno mai, mai, mai fermato l’inflazione, in Italia dovuta all’eccesso di spesa pubblica improduttiva, al sistema pensionistico insostenibile, al deficit sul PIL e a tante altre cose che ora non serve ricordare. Tasso di sconto alto uguale tassi attivi delle banche molto più alti; e cosa ve lo dico a fare che in quegli anni si accendeva, per non spegnersi mai più (?!) la febbre del mattone? Quindi i tassi erano alti, i mutui erano cari, ma gli italiani spendevano e si indebitavano per comprare casa; non hanno mai smesso.

Qualcosa non torna.

La signora Lagarde ha bloccato l’inflazione praticamente in un anno o poco più; eppure a lei, come al buon Jerome Powell della Federal Reserve, che sotto due presidenti ha contribuito a far crescere PIL e occupazione negli USA, viene rimproverata la mancanza di tempismo, il non sapere giocare con le aspettative, con quel “non detto” che è l’essenza dell’arte del banchiere centrale, come diceva Luigi Einaudi “una difficile arte”. E pertanto, come ricordato da più di un commentatore assai autorevole, lasciti di incertezza per l’economia, mancanza di bussole, disorientamento.

Alan Greenspan, lui sì, lui sì che sapeva giocare con le aspettative: governatore per due mandati fino al 31 gennaio 2006, è andato in pensione alla vigilia della più grande crisi economica che abbia mai attraversato il pianeta, dal 2008 fino al 2018. Qualcuno gli ha chiesto nulla dei mutui sub-prime? Certo, ma non ce lo ricordiamo; ci piace ricordare quello che vogliamo, abbiamo la memoria selettiva, in fin dei conti le Borse sono esplose in tutto il mondo grazie a lui. Robert Shiller con “Euforia irrazionale” ha introdotto il tema a livello mondiale della finanza comportamentale, proviamo a ricordarcelo, magari rileggendolo.

E a ricordarci, anche se come Mario Draghi non c’è nessuno, che si può essere artisti, ma anche semplici artigiani. La signora Lagarde, dice la rete, è invisa alla metà dei dipendenti BCE, non saprei dirvi per Jerome Powell: nessuno dei due è un incantatore di serpenti come Mario, ma entrambi, come Mario hanno fatto il loro.

Certo, ascoltare Draghi e vederlo in azione è un’altra cosa; ma questo passa il convento ed entrambi non decidono da soli.

O volete riprovare il brivido dei BOT al 26%?

 

ph. HuffPost