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La valutazione dell’andamento aziendale: aspetti economici, finanziari e patrimoniali

Si sente parlare da molti anni di check-up aziendale. Tale approccio alla valutazione dell’andamento aziendale sotto il profilo economico, finanziario e patrimoniale, è rimasta a lungo sugli scudi, soprattutto a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Poi, complice il progressivo avanzare della digitalizzazione e l’uso sempre più marcato dei software aziendali per la contabilità, contenenti al loro interno anche appositi pacchetti per fare il check-up aziendale e valutare l’andamento dell’azienda, si è dato per scontato che la stessa, possedendo i dati senza bisogno di interventi esterni, fosse in grado di usarli per migliorare la gestione.

Il check-up economico-finanziario sotto questo profilo assomiglia un po’ alle analisi specialistiche, per esempio del sangue, cui è bene sottoporsi per verificare lo stato di salute della persona: una volta effettuate tuttavia non può risultare sufficiente la loro semplice lettura, occorre l’interpretazione di un consulente esperto che sappia collegare secondo un filo logico di lettura il dato che emerge dai vari quozienti e indicatori.

Quali sono dunque gli aspetti di cui si deve tenere conto al fine di portare a compimento un corretto processo di valutazione dell’andamento economico, finanziario e patrimoniale dell’impresa?

Come procedere per la valutazione dell’andamento aziendale


In primo luogo, e su questo non può esservi alcun dubbio, si devono esaminare gli aspetti economici della gestione a partire dall’andamento delle vendite nel tempo e dalla loro evoluzione: non basta illustrare che il fatturato ha avuto un andamento recessivo o che, al contrario, la crescita aziendale prosegue su valori significativi. Si tratta piuttosto di mostrare come ciò sia avvenuto.

Sarà perciò di grande utilità spiegare che i costi si sono allineati all’andamento delle vendite, nel caso di calo di queste ultime, o che, prevalendo i costi fissi, l’azienda non sia stata capace di incidere sulla struttura delle risorse impiegate. D’altra parte il facile assunto delle economie di scala e dello sfruttamento dei vantaggi derivanti dallo sviluppo è spesso negato dalla realtà, dove a dimensione aziendali maggiori corrisponde anche una struttura dei costi che erode la maggiore (teorica) marginalità consentita da livelli di fatturato più elevati.

In altre parole sarà necessario giudicare attraverso la valutazione di più conti economici comparati (da tre a cinque annualità sarebbero il numero ideale) se l’andamento aziendale si è svolto in modo efficiente oppure no, misurando i risultati ottenuti e mettendo l’imprenditore e i suoi collaboratori in grado di compiere una sintesi che abbracci tutto l’insieme della gestione.

Non può sfuggire d’altra parte che se la valutazione dell’andamento aziendale di stampo economico, finanziario e patrimoniale richiede l’utilizzo di margini, quozienti e indicatori specifici, ancora più importante diventa il criterio con il quale tale indicatori vengono letti e messi a sistema per giungere a un giudizio effettivamente utile ai responsabili della gestione.

Alla base della valutazione: l’analisi di benchmarking competitivo


Poiché l’azienda non è una monade rinchiusa in se stessa ma si inserisce in un contesto competitivo di mercato al quale deve porre costante attenzione, il check-up sull’andamento economico, finanziario e patrimoniale dovrebbe essere accompagnato da un’analisi di benchmarking competitivo che consenta di valutare le performance aziendali all’interno del proprio ambito di riferimento, cercando di comprendere come si colloca l’azienda rispetto ai competitor che di tale ambito fanno parte.

Gli aspetti economici dovranno essere indagati per primi perché dall’andamento economico dipendono perlopiù quello finanziario (e non viceversa) e quello patrimoniale, oltre a essere il frutto di una scelta aziendale sulla composizione delle fonti fortemente influenzata dalla capacità dell’impresa di generare utili.

L’andamento finanziario e patrimoniale


Quanto all’andamento finanziario, ovvero il processo di produzione, impiego e raccolta di risorse necessarie alla gestione, il check-up economico finanziario dell’impresa dovrà mettere in grado i responsabili aziendali di comprendere in primo luogo il contributo delle gestione corrente e quello dell’Ebitda. In seguito la correzione operata (in aumento o in diminuzione) dalla variazione del capitale circolante netto operativo o CCNO, le scelte di distribuzione dei dividendi e la variazione del fabbisogno finanziario complessivo. Attraverso strumenti idonei, primo fra tutti il rendiconto finanziario, l’analisi e valutazione dell’andamento aziendale dovrà consentire un giudizio sull’adeguatezza del fabbisogno e sulla sua evoluzione futura.

Da ultimo l’andamento patrimoniale dovrà essere indagato in termini di coerenza e congruità rispetto ai due giudici (quello economico e quello finanziario) espressi in precedenza. La capitalizzazione dell’azienda non corrisponde a disponibilità liquide fisicamente presenti e tantomeno alle dotazioni immobiliari. Per tale ragione risulta molto più utile, anche alla luce di un’approfondita analisi settoriale, indagare su quale sia il rapporto medio (o ideale) tra capitale investito e fatturato nel settore di appartenenza, allo scopo di massimizzarne la redditività.