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“A Intesa mi hanno chiesto il business plan.”

Così il cliente di una piccola banca del territorio al suo “gestore” senza nemmeno tanta meraviglia: anzi, forse, con una domanda sottaciuta, ovvero “ma perché voi no?”.

E così, a quanto pare, siamo passati dalle richieste “lunari”, così definite da un commercialista senza arte né parte in una ben nota lettera, assai scandalizzata, spedita ad aprile 2020 al Sole 24Ore e regolarmente pubblicata durante il periodo più duro del lockdown e della pandemia a richieste più terrestri. Al punto tale che è il cliente stesso, l’imprenditore, che nota la differenza e forse qualche domanda se la fa. Quello che qualcuno ha paura di chiedere, per un malinteso senso della relazione di clientela (non bisogna disturbare il cliente con richieste di dati e informazioni, poverino, ha il suo bel daffare, non vorrai mica che perdiamo delle occasioni di lavoro facendogli perdere tempo: potrebbe andare a Intesa!), qualcun altro, per la verità, a mia notizia, quasi tutti, lo chiedono come componente del corredo informativo della banca del tutto normale, oserei dire fisiologicamente, in altre parole senza che avvenga un’eruzione vulcanica o un terremoto, una rissa furibonda o denunce di estorsione. Mi hanno chiesto un business plan (e, amico mio, continueranno a chiedertelo) a Intesa, ma probabilmente anche a Credem, anche a Unicredit, ovunque si faccia banca secondo le logiche degli Orientamenti EBA in materia di LOM.

In università insegniamo a fare analisi di scenario: quali scenari dunque prefigurarci per le PMI che non siano proprio micro e monobancate da banche locali che fanno scrivere contro la riforma delle Bcc e delle CRA da Capriglione e soci sul Sole 24Ore? Non sono scenari entusiasmanti, pensando che potrebbe esserci una quota non trascurabile del mercato del credito delle PMI abbandonato a sé stesso all’interno di relazioni di clientela dove la comunicazione finanziaria manca di un elemento essenziale, la visione forward looking. E che, prima o poi, a meno che non crescano mai, finiranno per avere un notevole svantaggio competitivo sui loro colleghi: come ricordavamo nell’ultima newsletter, navigheranno a vista. E si sarà persa una grande occasione di fare cultura d’impresa, perlomeno da parte di qualcuno, che poteva far fare un salto anche alla comunicazione finanziaria. Per niente facile.

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur.

 

Perché Will and Grace? Perché Grace, prima di andare in banca a chiedere soldi per ampliare lo studio, prepara il Business Plan: una cosa talmente normale negli USA da essere messo in una sit-com. Non ci andrà, in banca, perché ci penserà Karen, notoriamente ricca oltre che alcolizzata (et alio).