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Banche e pubblicità

Oddio no, non sono diventato un esperto di marketing, credo che nessuno di quelli che lavora con me lo sia in modo particolare, tutto quello che abbiamo fatto in questi anni lo abbiamo fatto a partire da un lavoro sul campo, i famosi boots on the ground senza i quali non si vincono le guerre.

Mi piace guardare la pubblicità delle banche per vedere come comunicano ai loro clienti ciò che fanno – o dicono di voler fare – per vincere la guerra della competizione commerciale, del conquistare i clienti, e resto sempre curioso rispetto alla talvolta stupefacente bellezza di certi spot e alla realtà operativa e dei fatti molto più misera (non faccio nomi per carità di patria e per evitare querele, ma una famosa banca di caratura internazionale è sempre al tuo fianco nel suo magnifico spot, un po’ meno nella realtà).

Mi colpisce, di questo periodo, il venir meno di molti spot istituzionali, soprattutto dei grandi gruppi, mentre la fanno da padroni le piattaforme di trading on line, anche con pubblicità ingannevole, nonché le cryptocurrencies, che sponsorizzano anche la Serie A calcistica.

In altre parole, sembrerebbe quasi che le persone siano interessate solo a guadagnare compulsivamente con il trading on line (thatcan seriously damage your health” Barber & Odean said, UCLA University).

D’altra parte il business bancario è divenuto negli anni sempre meno redditizio, gli stessi servizi on line che erano stati presentati (ed erano partiti effettivamente) come gratuiti, sono nel frattempo diventati a pagamento e il credito, perlomeno per tutto l’anno che è appena trascorso, è stato erogato più in forza della possibilità di fruire delle moratorie e della garanzia a prima richiesta e senza eccezioni del Fondo Centrale di Garanzia che non per effettiva convenienza e guadagno, fino ad ora ridotti all’osso dal ribasso ormai ventennale dei tassi di interesse. E pur si muove, diceva Galileo, di fronte alla Santa Inquisizione: non la terra, che gira e non è piatta, ma il mondo delle imprese e delle professioni. Sull’iniziativa di  ProgettoImpresa™ che abbiamo contribuito a far decollare in una provincia del Sud Italia, abbiamo ricevuto adesioni a un webinar destinato ai dottori commercialisti ed esperti contabili (gratuito, ma non è la prima volta che lo facciamo come sa bene chi ci segue) per oltre cento professionisti in un giorno e alla fine è stato toccato il numero di 200 iscrizioni. Il tema degli Orientamenti EBA “tira” da solo (forse), oppure è stata brava la banca o il Consiglio provinciale dell’OCDEC competente. Non importa, ma proseguiremo su questa strada, non solo perché è quella della cultura d’impresa ed è l’unica che conosciamo, ma perché ce n’è davvero bisogno. Lavoriamo per la crescita e lo sviluppo, progettiamo con chiunque ci voglia stare: grazie a tutti quelli che hanno partecipato e parteciperanno ai nostri progetti, perché solo insieme si cresce.