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A cosa serve comprarsi Twitter

Il personaggio è così, piaccia o non piaccia non importa: ha abbastanza soldi da potersi permettere di dire la qualunque. E si diverte a farlo attraverso il social che sta acquistando, per un valore di 44 miliardi di dollari. Con il beneplacito, dopo un tira-e-molla durato diversi giorni, del Cda attuale: Twitter.
Se andiamo a curiosare sull’account di Elon Musk, ne troviamo delle belle, in questi giorni più che mai. L’ultima uscita social del patron di Tesla, uomo più ricco del mondo e fondatore di SpaceX, la società che 
ha riportato nello spazio mercoledì con la sua navicella Samantha Cristoforetti, fa sorridere. O discutere. O indignare. Dipende solo dalla nostra testa. Elon – ci permettiamo il nome di battesimo, perché ci piacerebbe veramente conoscerlo di persona e, per rimanere nel legale, farci una birretta con lui – ha infatti twittato: «Poi compro la Coca-Cola per rimetterci dentro la cocaina». Bum! In cinque ore due milioni di “like”, 450mila retweet, 100mila commenti.

Così Franco Sarcina su IlSole24Ore, affrontando la vicenda sotto gli aspetti più divertenti e di cronaca, tralasciando completamente il tema del come e del perché.

L’operazione, pari a 44 mld di $, è un classico LBO, dove solo una parte del denaro necessario a effettuare l’operazione viene messa da chi la promuove (Elon Musk, appunto), e l’altra parte, quella più importante, dalle banche; anzi, la maggior parte dalle banche, che mostrano in tal modo, se crediamo ancora ai manuali di economia degli intermediari finanziari, che se ci credono loro possono crederci anche gli investitori.

Come avrebbe detto Schumpeter, nel migliore dei mondi possibili (né gli USA, né l’Italia) le banche agiscono come social accountants, agenti della contabilità sociale, indirizzando nel modo più efficiente l’allocazione delle risorse. Vi prometto qualcosa di più e meglio sull’argomento, ho appena assegnato una tesi sul tema. Avranno sicuramente visto un bel piano industriale, loro, ovvero le banche a stelle e strisce: piano che non è stato neppure lontanamente comunicato al resto del mercato, quasi che gli USA siano diventati come l’Italia, dove, com’è noto, i piani industriali sono un optional, nonostante EBA.

A me restano due domande, che farei a Elon Musk, come a chiunque altro, se mi chiedesse cosa ne penso di un investimento che non è esattamente funzionale, almeno all’apparenza, al business model di Tesla.

La prima domanda è: ma….serve? Perché se non serve e tu ti sei comprato un divertissment a debito, il tuo giochino si deve autofinanziare, sono soldi tuoi e non devi indebitarti, indebolendo il business principale per giocare.

La seconda e ultima domanda che gli porrei è: ma, alle banche, cosa gli hai raccontato?