Dopo l’ultima newsletter decine e decine di amici del Nordest (veneti, trentini, friulani, persino giuliani)…
Rejoice, rejoice, we have no choice but to carry on. (Scegliere di nuovo, scegliere ancora, ma non abbiamo altra scelta che continuare.)
Sarà perché siamo boomers, noi che lo siamo, ma ci piacciono canzoni che altri non hanno avuto la fortuna di ascoltare allora. E poi CSNY era una garanzia anche solo come acronimo.
Però noi boomers studiavamo diritto fallimentare su libri dove uno dei casi presentati era, letteralmente “L’occhio del fallito”, ovvero del dilemma se si potesse oppure no pignorare l’occhio di vetro del fallito. Shylock non avrebbe avuto dubbi, lui che non ne aveva su una libbra di cerna umana, noi dovevamo averne, ma soprattutto dovevamo avere ben chiara una cosa: la par condicio creditorum.
L’imprenditore fallisce, normalmente in ritardo, chiedendo procedure che avrebbe dovuto attivare in precedenza quando, al contrario, si è adoperato per non subire l’onta e la sanzione morale del fallimento.
E la sua azienda muore con lui, fatta a brandelli dal curatore fallimentare che, avendo come suprema regola la par condicio, deve recuperare massa attiva per soddisfare i creditori. Tutto il resto non ha importanza o quasi.
Che non si potesse ricominciare, che a nessuno, men che mai alla legge, stesse a cuore la possibilità di salvare almeno in parte l’impresa, è facilmente testimoniato anche dalle difficoltà del tentativo di riforma della legge fallimentare del ’42 tentata nel 2005.
Ma, soprattutto, non veniva data nessuna possibilità alla continuità aziendale, dopo il fallimento riaprivi con l’insegna “La Nuova …” e poi rifallivi di nuovo, o magari lo facevi fare ai tuoi famigliari: perché tu, comunque, eri un rejetto.
Solo il CCII, temporaneamente stoppato dal Decreto Liquidità del 2020, manda in soffitta definitivamente il fallimento e chiama “liquidazione giudiziale” quella procedura alla quale si ricorre proprio quando non c’è altro da fare. E nel togliere la sanzione della damnatio memoriae per l’(ex) fallito nello stesso tempo ipotizza la continuità, valorizza i tentativi di salvataggio, la prevenzione al posto della cura. Non si diventa improvvisamente a stelle e strisce, occorre una diversa cultura: nelle imprese, nel ceto professionale, nelle banche. Ma non abbiamo altra scelta: we have no choice but to carry on.
Buona estate a tutti.